plain wrong. if he had done what you think is right, YOU would indeed be influenced, yet most probably YOU would never know about his efforts in the first place. when i first heard the argument "gore produces more pollution by flying around", i was flabbergasted by the pure unhidden stuipidity of the argument. it is so utterly dumb that i still find it hard to start a line of argumentation against it. as if you started to read hamlet to a chimp ... you just stop, once you realise ... it's a chimp ...
that nailed it. what the current "sceptics" neglect at all is that even if they were right and this current situation is not man-made ... there will be such situation that is man-made. it is just a question of one or two centuries more. i talked to a physicist friend of mine who is partly active in climate issues and he believes that while the studies per se, and climate per se, are very complex and thus controversial issues, this is not the real reason for so many sceptics. he believes there is a certain percentage of scientists who developed the habit of swimming against the stream, no matter what. sounds reasonable to me. other thing is that it seems to me that the scpetics somehow start by saying the system is too complex to tell if it is man-made, but in the course of argument they appear to know perfectly well it is NOT man-made.
if someone defines "earth" as "home" than it gets "destroyed". like your house is destroyed as your home once it is surrounded by readioactive material. maybe the "belief" is less "arrogant" and your argument is a little semantic misunderstanding. ah and yeah, if someone points a gun at my head, still volcanos, earthquakes, nukes are more "powerful" ... yet i am slightly missing the point if i calm myself down with that argument instead of doing something about the situation. which is: someone is pointing a gun at my head.
i read an article in the 'corriere della sera' where a new study by nasa found that the whole solar system is heating up not just earth...lending credence to non-human cause. will try to dig it up...u gotta translate it tho.
Su Newton una ricerca sui cambiamenti degli altri pianeti L'effetto serra? C'è anche su Marte Temperature in crescita anche su Giove e Saturno, uragani e sconvolgimenti climatici: tutta colpa del sole. Su Marte non si trovano certo grandi metropoli asfissiate dallo smog e brulicanti di gente. E difficilmente individueremo raffinerie di petrolio quando ci spingeremo a esplorare i gelidi Plutone e Tritone, luna ghiacciata di Nettuno. Neanche è immaginabile aspettarsi su Giove autostrade affollate di vetture avvolte nei fumi dei tubi di scappamento. Eppure questi pianeti, come la Terra, si stanno surriscaldando! Le ultime immagini di Giove scattate dal telescopio Hubble nel maggio 2006 hanno difatti testimoniato la crescita sulla superficie del gigante gassoso di una nuova macchia rossa, simile alla tanto celebre Grande Macchia Rossa, e ribattezzata perciò Giovane Macchia Rossa (Red Spot Jr.). Fu osservata per la prima volta nel 2000, ma negli ultimi 6 anni le sue dimensioni sono notevolmente aumentate. Le evidenti anomalie cromatiche visibili su Giove sono in realtà dei giganteschi vortici atmosferici che si spingono fin oltre la copertura nuvolosa che avvolge il pianeta. Secondo ricercatori dellâUniversità della California il veloce e abnorme sviluppo della Giovane Macchia Rossa è indizio di grandi sconvolgimenti climatici in atto su Giove, associati negli ultimi anni a un rapido e intenso riscaldamento, anche di 5 °C, di alcune regioni del pianeta. Ma câè anche un altro spettacolare vortice che di recente ha attirato lâattenzione degli astronomi. Su Saturno la sonda Cassini ha fotografato in prossimità del Polo Sud un enorme e insolito uragano, con venti a oltre 550 chilometri orari e un diametro di circa 8000 chilometri, cioè più della distanza che separa Roma e Pechino, mentre il muro di nubi che ruota attorno allâocchio del ciclone si innalza allâinterno dellâatmosfera fino a oltre 70 chilometri di quota. COME DA NOI: PIU' CALDO, URAGANI PIù VIOLENTI Le caratteristiche di questa tempesta, secondo studiosi del California Institute of Technology di Pasadena, potrebbero indicare uno sviluppo simile a quello dei cicloni tropicali sulla Terra: sarebbe cioè la grande disponibilità di calore (nel caso del gelido Saturno, temperature sensibilmente meno fredde rispetto al normale) ad alimentare lâuragano. Del resto sia il telescopio Keck di Mauna Kea sia la sonda Cassini avevano recentemente registrato un riscaldamento di circa 2 °C proprio nella regione del Polo Sud di Saturno. Il surriscaldamento planetario però non si è fermato ai corpi celesti relativamente più vicini a noi, ma sembra aver raggiunto anche quelli più lontani, perennemente avvolti nel gelo siderale. Come testimoniato da ricerche del Massachusetts Institute of Technology, su Plutone dalla fine degli anni â80 a oggi la pressione atmosferica è più che triplicata, a causa del graduale innalzamento delle temperature (circa 2 °C) che ha spinto parte dellâazoto surgelato in superficie a evaporare e passare in atmosfera. Su Tritone, invece, il fenomeno è stato ancora più marcato: dal 1989, anno del passaggio della sonda Voyager, la temperatura è passata da circa 200 a 193 gradi sotto zero, tanto che anche la sua atmosfera sta diventando di anno in anno sempre più densa. Se nel caso di Plutone lâaumento delle temperature si può in parte spiegare con la sua lunga orbita di rivoluzione, che lo porta a fare un giro intero attorno al Sole nel corso di 248 anni terrestri e che proprio nellâultimo decennio lo ha spinto nel punto più vicino alla nostra stella, più difficile è invece trovare una spiegazione al surriscaldamento della luna di Nettuno. E come se non bastasse, ora è giunta notizia che su Marte, dopo le voragini osservate nelle calotte polari, indizio di un recente scioglimento, la sonda Mars Global Surveyor ha fotografato tracce di erosione del suolo che potrebbero essere prova dellâoccasionale scorrimento di acqua. Insomma stiamo assistendo a un riscaldamento che sembra interessare tutto il Sistema Solare. IL RESPONSABILE? IL SOLE, MA IN MODO INSOLITO Ma se lâuomo, almeno in questo caso, non ha colpe, chi è il responsabile del riscaldamento interplanetario? Il maggior indiziato sembra essere il Sole. In effetti siamo spesso erroneamente portati a credere che lâattività della nostra stella sia costante nel tempo, o almeno che subisca variazioni solo su tempi assai lunghi, mentre in realtà lâenergia che essa emette verso lo spazio in tutte le direzioni subisce nellâarco di anni e decenni variazioni periodiche percentualmente assai piccole ma comunque in grado di influenzare il clima della Terra. I venti e tutti i principali fenomeni atmosferici si alimentano attraverso il calore che, sotto forma di radiazione elettromagnetica, arriva dal Sole: una quantità di energia che, nel punto in cui raggiunge la nostra atmosfera, è mediamente quantificabile in circa 1367 Watt per metro quadro. E sono proprio le cicliche variazioni dellâenergia emessa dal Sole che, tra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo, hanno spinto lâEuropa e il Nord America verso un periodo estremamente freddo, noto come Piccola Era Glaciale e culminato tra il 1645 e il 1710 in una fase caratterizzata dallâassenza di macchie solari (nota come Minimo di Maunder) durante la quale il calore che giungeva sulla superficie terrestre era inferiore rispetto a oggi di una quantità tra lo 0,2 e lo 0,7 per cento. Nel corso dellâultimo secolo invece lâattività del Sole è andata progressivamente crescendo e ha così contribuito allâaumento delle temperature sulla Terra. E mai negli ultimi 1150 anni il Sole ha emesso tanta energia come ai giorni nostri. In particolare ricercatori dellâEarth Institute della Columbia University americana, analizzando i dati raccolti da 6 diversi esperimenti con satelliti di NASA, NOAA ed ESA, hanno recentemente evidenziato un aumento dellâordine di circa 0,05 per cento per decennio, a partire dal 1978, della TSI, sigla che corrisponde alla Total Solar Irradiance, ovvero lâenergia elettromagnetica che la Terra riceve dal Sole su tutte le lunghezze dâonda. Ma può bastare il Sole per spiegare un così evidente aumento di temperatura anche nei pianeti ai confini del Sistema Solare? Forse sì, soprattutto alla luce di una recente ricerca di Adriano Mazzarella, responsabile dellâOsservatorio Meteorologico dellâUniversità di Napoli Federico II. Secondo questa ricerca, oltre alla radiazione elettromagnetica, cioè luce e calore, anche le particelle cariche emesse dal Sole assumono un ruolo importante nellâinfluenzare il clima terrestre. I gas a temperature altissime della parte più esterna dellâatmosfera solare, la corona, fuggono in parte verso lo spazio, dando origine al vento solare: getti turbolenti di particelle cariche, per lo più protoni, elettroni e nuclei di elio che si propagano a gran velocità in tutte le direzioni. Questo flusso, interagendo con il campo magnetico terrestre, dà origine non solo a fenomeni spettacolari quali le aurore polari, ma è anche causa di serie difficoltà nelle comunicazioni: il 29 ottobre 2003, per esempio, il Sole sparò miliardi di tonnellate di particelle elettricamente cariche verso la Terra a una velocità di oltre sei milioni di chilometri lâora. Lâimpatto di questa grandinata di particelle sul campo magnetico terrestre diede origine alla più grande tempesta geomagnetica mai misurata sulla Terra, responsabile tra lâaltro di un black out della rete Gps che durò diverse ore. conitnue [...]
[...] TRE FENOMENI PER LâEFFETTO SERRA TERRESTRE La ricerca di Adriano Mazzarella ha ora evidenziato una serie di cicli ricorrenti, lunghi 60 anni, in una serie di parametri atmosferici e geofisici, utilizzando i dati dal 1868 a oggi: la turbolenza del vento solare, la durata del giorno misurata tramite la differenza tra la durata teorica del giorno, 86.400 secondi, e quella calcolata astronomicamente, la temperatura dellâaria dellâemisfero settentrionale e lâintensità delle correnti occidentali, misurata tramite il dislivello di pressione atmosferica tra le latitudini di 35° Nord e 55° Nord. Ma come si legano fra loro questi parametri? Lâanalisi del ricercatore ha prodotto una spiegazione basata su fenomeni a cascata. Un graduale aumento della turbolenza del vento solare, attraverso perturbazioni del campo geomagnetico, potrebbe influenzare i movimenti allâinterno del nucleo terrestre, dove si originano le linee di flusso del campo magnetico. A causa delle interazioni tra nucleo esterno, che è fluido, e mantello terrestre, che circonda il nucleo esterno ed è solido, ciò potrebbe riflettersi in una diminuzione della velocità di rotazione della Terra. Se la Terra ruota più lentamente aumenta però la durata del giorno, sia pure di decimi di millisecondo, e questo processo è a sua volta in grado di causare unâaccelerazione delle correnti atmosferiche che fluiscono prevalentemente lungo i paralleli, dette correnti zonali. Poiché lâenergia cinetica del sistema Terraâatmosfera nel suo complesso deve rimanere costante, se il Pianeta rallenta il suo moto di rotazione le masse dâaria devono quindi muoversi più velocemente. Correnti zonali più intense rendono però più difficili gli scambi di masse dâaria dalle basse verso le alte latitudini e viceversa, e quindi viene rallentata anche la propagazione del calore accumulato nella fascia tropicale verso i poli: il risultato è una diminuzione della temperatura media del Pianeta. Viceversa, nei periodi in cui la turbolenza solare tende a diminuire, la velocità di rotazione aumenta, la durata del giorno diminuisce, le correnti zonali si fanno più deboli e, grazie a una più efficace distribuzione del calore, le temperature medie del Pianeta crescono. Ma allora, se negli ultimi anni la turbolenza solare è aumentata, perché la Terra non si raffredda? In realtà tra aumento o diminuzione della turbolenza solare e conseguenti variazioni della durata del giorno câè uno sfasamento di qualche anno e lo stesso avviene nel passaggio che porta allâaumento o diminuzione delle temperature. Considerando tali ritardi, un graduale aumento della turbolenza del vento solare diviene responsabile di una diminuzione della temperatura dellâaria a livello planetario dellâordine di circa 0,2 °C ma con un ritardo di 25â30 anni, seguita poi nei 25â30 successivi da una diminuzione delle temperature pressoché eguale. Queste variazioni però si sommano al costante riscaldamento del nostro Pianeta imposto sia dallâeffetto serra di origine umana, sia dallâaumento di calore emesso dal Sole: ci sono quindi periodi in cui la turbolenza del vento solare contribuisce ad accelerare il riscaldamento del Pianeta, e altri in cui invece tende a frenarlo. In particolare, poiché la diminuzione della turbolenza solare dei decenni passati ha fatto sì che negli ultimi anni la durata del giorno sia andata diminuendo, con un conseguente indebolimento dellâintensità media delle correnti zonali, nel prossimo futuro ci attendono probabilmente altre annate di caldo record. UN 2007 ROVENTE ANCHE IN ITALIA Agli inizi di gennaio lâufficio meteorologico inglese ha lanciato lâallarme: il 2007 sarà lâanno più caldo di sempre! Secondo i ricercatori inglesi câè il 60 per cento di probabilità che le temperature medie del nostro Pianeta questâanno risultino eguali o superiori a quelle delle annate record del 2005 e 1998. In effetti due fenomeni, su tutti, potrebbero spingere il 2007 verso picchi di caldo mai toccati prima: il riscaldamento globale ed El Niño. Il primo fenomeno, causato sia dalla maggior attività del Sole (negli ultimi 1000 anni mai così «caldo» come ai giorni nostri) sia dalle emissioni di CO2, ha subito unâaccelerazione proprio nellâultimo trentennio: il ritmo di riscaldamento della Terra durante il XX secolo è stato di circa 0,06 °C per decade ma negli ultimi 25â30 anni è bruscamente balzato a circa 0,18 °C per decade. Una tendenza testimoniata dal fatto che dal 1880 a oggi le cinque annate più calde di sempre sono tutte concentrate nellâultimo decennio. Il surriscaldamento si è fatto sentire soprattutto alle medioâalte latitudini, Italia compresa: dallâanalisi del Centro Epson Meteo in base ai dati registrati in 62 località italiane risulta difatti che le temperature medie di questi primi anni del nuovo millennio sono più di un grado superiori a quelle tipiche della prima metà degli anni â80. Insomma, la tendenza al forte surriscaldamento dellâultimo decennio lascia pensare che il 2007 sarà comunque un anno molto caldo, mentre la spinta necessaria a battere il record potrebbe arrivare dal Niño, ovvero dallâanomalo riscaldamento di gran parte dellâOceano Pacifico Tropicale. Già da qualche mese è in atto un moderato episodio di Niño che, secondo il centro di previsioni climatiche dellâente americano per lâatmosfera e oceani (NOAA), dovrebbe raggiungere lâapice proprio in questo febbraio, per poi cominciare lentamente a indebolirsi. Tuttavia, tutti i maggiori centri di ricerca americani ed europei concordano nel prevedere che almeno fino a maggio le temperature superficiali del maggiore dei nostri oceani rimarranno più calde del normale: in tal modo però trasmetteranno calore anche agli strati atmosferici di una regione molto vasta che, dalla Nuova Guinea alle coste dellâEcuador, si estende per più di 10.000 chilometri! In Italia invece El Niño farà sentire i suoi effetti soprattutto durante la prossima estate: i profondi sconvolgimenti della circolazione generale dellâatmosfera che lo accompagnano difatti durante la stagione estiva solitamente spingono con maggior frequenza e insistenza (come già accaduto nelle estati caldissime del 1994, 1998 e, soprattutto, 2003) sulla nostra Penisola il rovente anticiclone africano che, oltre alla calura, porta anche forte siccità . Inoltre questâanno ad aiutare lâavanzata dellâalta pressione africana contribuirà anche la periodica inversione della direzione dei venti stratosferici tropicali: i venti questâestate soffieranno difatti da Est verso Ovest, indebolendo le correnti occidentali che, negli strati più bassi dellâatmosfera, spingono le perturbazioni atlantiche verso lâEuropa e contrastano la risalita dellâanticiclone africano verso lâEuropa. Andrea e Mario Giuliacci 04 febbraio 2007 http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/02_Febbraio/02/newton.shtml
"Can the observed changes be explained by natural variability, including changes in solar output? Since our entire climate system is fundamentally driven by energy from the sun, it stands to reason that if the sun's energy output were to change, then so would the climate. Since the advent of space-borne measurements in the late 1970s, solar output has indeed been shown to vary. There appears to be confirmation of earlier suggestions of an 11 (and 22) year cycle of irradiance. With only 20 years of reliable measurements however, it is difficult to deduce a trend. But, from the short record we have so far, the trend in solar irradiance is estimated at ~0.09 W/m2 compared to 0.4 W/m2 from well-mixed greenhouse gases. There are many indications that the sun also has a longer-term variation which has potentially contributed to the century-scale forcing to a greater degree. There is though, a great deal of uncertainty in estimates of solar irradiance beyond what can be measured by satellites, and still the contribution of direct solar irradiance forcing is small compared to the greenhouse gas component. However, our understanding of the indirect effects of changes in solar output and feedbacks in the climate system is minimal. There is much need to refine our understanding of key natural forcing mechanisms of the climate, including solar irradiance changes, in order to reduce uncertainty in our projections of future climate change. In addition to changes in energy from the sun itself, the Earth's position and orientation relative to the sun (our orbit) also varies slightly, thereby bringing us closer and further away from the sun in predictable cycles (called Milankovitch cycles). Variations in these cycles are believed to be the cause of Earth's ice-ages (glacials). Particularly important for the development of glacials is the radiation receipt at high northern latitudes. Diminishing radiation at these latitudes during the summer months would have enabled winter snow and ice cover to persist throughout the year, eventually leading to a permanent snow- or icepack. While Milankovitch cycles have tremendous value as a theory to explain ice-ages and long-term changes in the climate, they are unlikely to have very much impact on the decade-century timescale. Over several centuries, it may be possible to observe the effect of these orbital parameters, however for the prediction of climate change in the 21st century, these changes will be FAR LESS important than radiative forcing from greenhouse gases." http://lwf.ncdc.noaa.gov/oa/climate/globalwarming.html Read the whole FAQ, it is actually one of the clearest of them all. nitro
I am interested in and want a clean environment. That once popular topic has been replaced with global warming. The UN says 2 million people die prematurely every year just from air pollution. How many millions die from all these other chemicals we are exposed to? The media and governments are focused on the theory of global warming, something that may not have much significance, instead of focusing on the millions already dying. What if a another cycle of global cooling occurs? People will then not believe anything the govt says about the environment. Protecting people's health by cleaning up the environment will reduce the supposed green house gases anyway. Why not focus on reality instead of theory? It is however a pop culture that focuses on the latest craze whether it's significant or not and there's no reversal until something else catches. I've never been much interested in the pop culture, popular opinion, fads, etc. The topic of global warming made me interested enough to do some exploring. Whether the latest cycle of GW is mostly caused by humans or not does not concern me very much. What I do find interesting is the historical record of natural warming and cooling. Humans suffered untold misery and death until 150 years ago from just a small drop in temperature during the Little Ice Age. Some northern countries lost a third of their population from famine caused by cool weather crop failure. Ice ages, glaciation are the norm for the earth, lasting in 100,000 year cycles with warmer periods lasting only about 15,000 years. Enjoy it while it lasts. Records show humans and the environment thrive during warmer periods. The current temperatures appear to be no greater than or even less than other warm periods. What temperature should we strive for? Should we lower the temp equal to the little ice age? That would conveniently lower the population level. There would be fewer people for the governments to have to control.
so you would like to see more coverage of general pollution affairs, since two million die every from it, and you are not concerned whether the latest cycle of global warming is man-made and you would furthermore take a temp reduction into consideration, which would "conveniently lower the population level"? right, ...
Wrong, wrong , wrong. point me to a scientist that says: Global warming is due to human activity. No one knows. We had the cooling scare up to the mid 80''s. You are freaking out cause the last 5 years have been records. This is normal! How about the last 100 years?